Papers by Carlo Tessaro
Bollettino di Archeologia Online, 2019
This paper presents the results of the latest research at the cave of Sambuco in Pianizzoli in th... more This paper presents the results of the latest research at the cave of Sambuco in Pianizzoli in the territory of Massa Marittima (province of Grosseto). The cave has been researched from 2013 onwards. The excavation involved the prehistoric deposit located below those of the historical age. Three stratigraphic units-US 4, US 5 and US 6yielded traces of human frequentation. In US 4 a lithic complex referable to the beginning of the final Epigravettian has been recovered. It dates to 13.615±75 BP, can be placed between the second Pleniglacial and the late Würmian Late glacial. The US 5 was considered of natural origin (it contained only a large quantity of microfauna). However, in 2018, an in-depth excavation unearthed the imprint of a human femur associated with fragments of charchoal. The sample is currently being processed for radiometric analyses. US 6 has yielded little lithic industry, remains of fauna attributable to wolf, deer and ox and remains of marine malacofauna, as well as remains of charcoal, which have been dated to 23.632±150 BP. This date is consistent with the end of isotopic stage 3, before the maximum glacial Würmian.
Non-analogue communities in the Italian Peninsula during Late Pleistocene: The case of Grotta del Sambuco
Quaternary International, 2022
The study of faunal communities of the past, and how they have changed to become what they are no... more The study of faunal communities of the past, and how they have changed to become what they are now, is fundamental to the understanding of the changes in ecosystems that we are witnessing and that are coming in the future. In this paper, we present the small mammal assemblage from Grotta del Sambuco (Massa Marittima, Grosseto), belonging to two archaeologic stratigraphic Units, 5 and 6, both dated to Marine Isotope Stage 2. The assemblage from Unit 6 can be defined as “non-analogue”, due to the occurrence of the Narrow-headed Vole Lasiopodomys anglicus and the Southern Birch Mouse Sicista subtilis. Non-analogue communities (i.e., with no equivalent in present time) are frequent during Late Pleistocene in the Italian Peninsula. Starting with Grotta del Sambuco, we describe some of the different factors leading to the origins and disappearance of past non-analogue small mammal assemblages in Italy. Climatic changes and the consequent shifts in geographic distributions of the species play a major role in shaping these communities, eventually leading to extirpation and extinction of cold- or continental-adapted species.
Rassegna di Archeologia, 2017
Si comunicano i risultati delle ricerche degli ultimi anni ( 2013-2015) nella grotta del Sambuco.... more Si comunicano i risultati delle ricerche degli ultimi anni ( 2013-2015) nella grotta del Sambuco. I nuovi scavi hanno interessato i livelli preistorici sottostanti una serie complessa di sottili livelli storici, riferibili ad un arco di tempo che va dall'età etrusca e romana all'età moderna; tutte le relative unità stratigrafiche sono costituite da sedimenti argillosi molto fini di colore bruno grigio... Il livello paleolitico datato a 13615+/-75 BP ha restituito nella parte basale un'industria litica riferibile alla prima fase dell'Epigravettiano finale. Il complesso non trova per ora confronti nell'Italia medio tirrenica.
Mura Cave is located along the shoreline of the southern part of the suburban area of Monopoli (B... more Mura Cave is located along the shoreline of the southern part of the suburban area of Monopoli (Bari, Italy). The archaeological excavation was focused on a 21 square area and the stratigraphic sequence ranged from Mousterian to ancient Neolithic. The project aim was to analyze the Mesolithic phase (Layer 2), which was located between two other layers, one related to the final Epigravettian and the other related to the Neolithic. Some pebble mobiliary art and bone artifacts were found. There was a rich lithic industry, comprising 5000 unretouched artifacts, 1100 retouched tools and 34 cores. The lithic technology was typical Sauveterrian, essentially structured on prismatic and discoidal cores. The typological analyses revealed a Sauveterrian structure mixed with some Epigravettian local features.
Rassegna di Archeologia, 2017
Preistoria e Protostoria della Puglia, 2017
Qualsiasi studio sul popolamento neolitico ed eneolitico del Gargano deve confrontarsi con un rec... more Qualsiasi studio sul popolamento neolitico ed eneolitico del Gargano deve confrontarsi con un record archeologico molto ricco ma frutto per la maggior parte di raccolte di superficie non sistematiche. A fronte degli oltre 100 siti conosciuti, rari, per lo più di vecchia data e/o di estensione limitata sono gli scavi archeologici. Molti dei siti conosciuti si caratterizzano tra l'altro per la presenza della sola componente litica e hanno pertanto un'attribuzione cronologica spesso incerta. In questo quadro emergono, per contrasto, le conoscenze relative all'attività di estrazione della selce, documentata da 21 complessi minerari che coprono un arco cronologico di circa quattro millenni, dagli inizi del VI agli inizi del II millennio BC (Tarantini, Galiberti 2011). Vari tentativi di sintesi delle dinamiche territoriali del popolamento neolitico ed eneolitico del Gargano sono stati tentati nei decenni precedenti, tutti però in qualche modo viziati (a nostro avviso) da alcune criticità: 1) mancato ancoramento ad una seria base cartografica; 2) uso di informazioni cronologiche con diversa attendibilità (su base ceramica e/o di tipologia litica); 3) estrema eterogeneità dei ritrovamenti e diverso grado di affidabilità delle informazioni. A questi tre punti si deve aggiungere il riferimento a un quadro delle conoscenze sulle miniere di selce allora povero di attribuzioni cronologiche 1 . Per cercare di superare almeno in parte queste criticità, è stato impostato un nuovo progetto di ricerca basato sulle potenzialità offerte dalle analisi spaziali in ambiente GIS (Geographic Information System). È stato dunque eseguito un riesame sistematico di tutta la bibliografia, facendo confluire le informazioni, acquisite secondo una specifica procedura, all'interno di una piattaforma GIS appositamente creata (per maggiori dettagli operativi, cfr. Pizziolo et alii 2011). Nell'inserimento e nell'elaborazione dei dati abbiamo ritenuto opportuno tenere distinte le informazioni cronologiche e/o culturali ottenute su base ceramica o radiometrica da quelle ricavate su base litica. Se la collocazione dei siti a sola industria litica è senz'altro di grande importanza per provare a ricostruire l'organizzazione spaziale della catena di produzione litica o per ipotizzare la presenza di aree minerarie non ancora individuate, tuttavia per la creazione delle carte di fase è parso più ** Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, Via della Pergola 65, 50121 Firenze; [email protected] 1 Le prime e tuttora imprescindibili analisi territoriali sistematiche sul Gargano si devono ad Arturo Palma di Cesnola (Palma di Cesnola , 1985 alcune integrazioni in Gravina 2005). Una prospettiva diversa è stata proposta, limitatamente al Neolitico, da Savino Di Lernia (Di Lernia 1996), che ha giustamente insistito sui problemi di visibilità e sulla centralità dell'elemento minerario. Tale prospettiva è stata ripresa da Sandra Sivilli (Sivilli 2005), che ha analizzato anche i dati relativi all'Eneolitico iniziale.
Rassegna di Archeologia , 2017
The authors introduce a preliminary results about the typological studies of the Epigravettian li... more The authors introduce a preliminary results about the typological studies of the Epigravettian lithic industries from the Area B (US 125-130) of Grotta delle Mura (Bari). The typological features and three radiometric dates relate the layers to a recent phase of the final Epigravettian in Apulia characterized by an arising of short-circular end-scrapers and armatures.
Il presente lavoro è dedicato allo studio delle industrie litiche provenienti dalle US 125-130 di Grotta delle Mura (Bari). I livelli stratigrafici sono riferibili, come già è stato evidenziato in altre occasioni, alla seconda fase dell’Epigravettiano finale, carattere confermato sia dai dati tipologici, sia stratigrafici, sia da tre datazioni radiometriche. L’asportazione a Grotta delle Mura di una porzione del lastrone calcareo che interessava un’ampia area dello scavo archeologico (Area B) ha permesso un consistente recupero di materiali archeologici, i quali sono stati integrati nella sequenza stratigrafica epigravettiana del sito.
This paper discusses the results obtained inside the ‘Dionysias Archaeological Project’ with the ... more This paper discusses the results obtained inside the ‘Dionysias Archaeological Project’ with the application of a multi-scale methodology and urban network analysis on remotely sensed data. Given the lack of any data from the excavations, it was necessary to exploit the results of all possible techniques in order to obtain new sources of knowledge.
The study of the entire urban complex through non-invasive techniques has shown a detailed map of the ancient settlement of Dionysias, while the application of spatial analysis has given new interpretative models. The challenge of this approach has been focused on the exploitation of remotely sensed data with the application of Space Syntax analysis of the entire urban complex. The use of space syntax added new perspective to the study of the entire settlement, adding a new interpretation of the function of space and of the interactions between social and spatial elements.
Studi di Preistoria e Protostoria - Preistoria e Protostoria della Puglia , 2017
l livello oggetto di questa nota è presente a Grotta delle Mura in entrambi i saggi indagati, dov... more l livello oggetto di questa nota è presente a Grotta delle Mura in entrambi i saggi indagati, dove si colloca a diretto contatto, in basso, con un livello appartenente al Musteriano, mentre a tetto risulta differente nelle due aree a causa di uno scorrimento di acque interno alla grotta che ha provocato l'asportazione ab antiquo di alcuni livelli nell'area “A” che invece sono ben documentati nel secondo saggio. Nell'area “A” lo strato qui presentato è sormontato da un livello riferibile all'Epigravettiano finale di facies romanelliana,mentre nell'area “B”, prima di questo livello, sono documentati uno strato dell'Epigravettiano finale di facies non romanelliana ed un secondo livello sempre Epigravettiano, ancora in fase di studio, che potrebbe essere riferito alla fase evoluta dello stesso.
I dati paleoecologici e sedimentari, seppur preliminari concordano nell'inquadrare lo strato in oggetto in un momento freddo arido. Nella macrofauna si nota il netto predominio degli Equidi mentre i sedimenti, di matrice sabbiosa, risultano essere depositati in grotta direttamente dal vento.
L'industria litica, piuttosto abbondante, è ricavata quasi esclusivamente da selce di buona qualità. La distribuzione verticale non è risultata omogenea, ma si sono notate due U.S. di particolare concentrazione,fattore che ha suggerito la presentazione dell'industria in due accorpamenti distinti. Dal punto di vista culturale l'industria è riferibile all'Epigravettiano antico sottofase a “crans”. Oltre che dalla presenza, seppur scarsa, degli strumenti tipici di questa sottofase essa è caratterizzata da un rapporto B/G in netto favore dei primi e da una bassa presenza di dorsi e troncatura. Caratteristiche imputabili, forse, alla dislocazione geografica delle grotta sono le ridotte dimensioni dello strumentario e la prevalenza all'interno dei grattatoi delle forme corte sulle lunghe. L'attribuzione culturale è suffragata anche da una datazione radiocarbonica ottenuta per una delle due unità stratigrafiche di massima concentrazione.
I giacimenti pugliesi che hanno restituito materiali riconducibili a questa fase sono Grotta Paglicci (FG), Taurisano (LE) e Riparo C delle Cpolliane (LE). Mentre con i primi sussistono forti diversità, soprattutto per quanto riguarda la consistenza di elementi a “cran”, con l'ultimo giacimento citato i punti di contatto sono numerosi.
Archaeology in the Digital Era Volume II - e-Papers from the 40 th Conference on Computer Applications and Quantitative Methods in Archaeology
Here we present the outcome of a project that involved the implementation of an intra-site GIS ba... more Here we present the outcome of a project that involved the implementation of an intra-site GIS based on photogrammetric methodologies at Spaccasasso Cave (Grosseto, Italy), an Eneolithic funerary site, the main burial chamber of which shows evidence of complex depositional practices. Due to their peculiar archaeological context, raditional excavation procedures are ineffective in recording these prehistoric palaeosurfaces. As a result, we have turned to using photogrammetric applications. The goal is to obtain 3D photorealistic restitutions in order to create DEM and ortophotographs, which are useful for managing archaeological information in a GIS. Two different methodologies are employed. The first is based on ERDAS IMAGINE LPS software, while the other makes use of open source software based on multi-vision scene reconstruction. 3D survey methodologies make it possible to render a realistic model of the archaeological site, which is an asset for recording qualitative data and 3D information, which is then used for performing intra-site analyses. We assess the different methods by focusing on the practical and
logistical requirements of the excavation process.
Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, 2011
Il Gargano Nord orientale tra Neolitico antico ed Eneolitico finale
Le miniere di selce del Gargano VI-III millennio A.C. Alle origini della storia mineraria europea, 2011
Sibrium, 2011
É presentata una metodologia per l’elaborazione di modelli tridimensionali a
partire da un’unica... more É presentata una metodologia per l’elaborazione di modelli tridimensionali a
partire da un’unica sequenza di immagini. Le possibilità offerte dalla Structure
from Motion sono state direttamente applicate al contesto archeologico
preistorico dell’Isolino Virginia (VA), con l’ottenimento di ottimi risultati sia per
ciò che concerne il dettaglio che l’efficacia della documentazione. È stato così
testato, e successivamente applicato come standard applicativo per il rilievo
archeologico l’innovativo aspetto tecnologico apportato dalla Computer Vision.
ORIGINI XXXII, nuova serie IV, 2010
This paper shows the first results of some geophys-
ical surveys carried out on the Neolithic an... more This paper shows the first results of some geophys-
ical surveys carried out on the Neolithic and Cop-
per Age flint mines of the Gargano. Particularly,
the surveys have been carried out on three mining
complexes (Arciprete, Principe, Defensola A-dis-
carica B). Different techniques of investigation
have been tested, to estimate their potentiality with
reference to the specific geo-morphological context
of the Gargano mines. Specifically, Ground Pen-
etrating Radar, Earth Resistivity Tomography and
Frequency Domain Electromagnetic surveys have
been carried out. The research aims to define a
method of investigation to be able to understand
large mining areas using fast and non-destructive
analysis. In this first phase it has been possible to
verify the validity and the applicability field of
each geophysical technique. On an archaeological
plan, the most remarkable result is the discovery
that other sub-horizontal mines (Arciprete and
Principe) are almost as large as Defensola A.
Conference Presentations by Carlo Tessaro
XVI Seminario di studi storico-cartografici dalla Mappa al GIS, 2024
Le miniere di selce del Gargano rappresentano un patrimonio archeologico di eccezionale importanz... more Le miniere di selce del Gargano rappresentano un patrimonio archeologico di eccezionale importanza, testimoniando oltre 8000 anni di attività mineraria e trasformazioni del paesaggio. Questi siti riflettono lo sviluppo tecnologico e sociale delle comunità preistoriche, che sfruttarono in modo sistematico le risorse geologiche disponibili. L’utilizzo di un approccio multidisciplinare, combinando archeologia, geologia, paleobotanica e tecnologie avanzate, ha permesso di ricostruire le dinamiche di estrazione e utilizzo della selce, evidenziando l’unicità di questi distretti minerari nel contesto mediterraneo. Nonostante il loro valore storico e culturale, le miniere del Gargano affrontano minacce significative legate all’urbanizzazione, alla crescita della vegetazione e alla mancanza di politiche di tutela specifiche. Questa situazione evidenzia la necessità di un intervento mirato per preservare un patrimonio tanto fragile quanto fondamentale per la comprensione delle società preistoriche. L’articolo evidenzia l'urgenza di implementare strategie di conservazione e valorizzazione che possano garantire la protezione a lungo termine delle miniere, attraverso il coinvolgimento delle comunità locali, progetti di gestione sostenibile e iniziative culturali. Inoltre, propone la possibilità di avviare un percorso di riconoscimento internazionale per confermare il valore universale di questi siti e garantire una loro adeguata salvaguardia per le generazioni future.
EEA - Abstract Book, 2024
The paper discusses some experiences related to intra-site analysis and 3D reconstruction of the ... more The paper discusses some experiences related to intra-site analysis and 3D reconstruction of the Grotta del Sambuco, a cave inhabited by Man since the Upper Palaeolithic. The cave is located in Massa Marittima (Grosseto District, Central Italy) and is accessible through a central conoid. The cavity was formed due to the collapse of the vault’s summit in ancient times opened in a travertine formation. Over the millennia, the conoid has allowed not only the entrance of Man but also, by water, of various materials that have formed the whole archaeological deposit, comprising
a series of layers, ranging from the Historic period to Prehistory (Neolithic and different phases of Upper Palaeolithic: Gravettian and Epigravettian).
The recording activities of the excavation recently include the acquisition of the vault and base of the cave through three-dimensional documentation. This need had arisen with regard to the development of the intra-site GIS aimed at a contextualisation of the prehistoric paleosurfaces within the cavity.
The integration of features related to different categories of finds and layers in a three-dimensional space has been accomplished. This process allows for the identification of cluster distributions and possible functional focus. The characterisation of these areas can provide greater insight into the human activities that took place in the cave. Moreover, one goal of this integrated approach is to split up, decompose and recompose the archaeological palimpsests in a dynamic way.
In this perspective, we need to reconstruct the internal layouts of the cavity to investigate the dynamic of the hypogeal environment. Such virtual reconstruction, obtained through photogrammetry, allows us to explore the morphological characteristics that set the scene for the interaction between Man and cave during the Upper Palaeolithic. In this way we can set up an integrated system to analyse site formation processes, palimpsests, and Upper Palaeolithic behaviours.
XIII ENCUENTRO DE ARQUEOLOGÍA DEL SUROESTE PENINSULAR/ENCONTRO DE ARQUEOLOGIA DO SUDOESTE PENINSULAR
LAC - Book of Abstracts, 2024
Different investigations performed since the 1980 by the prehistory unit of Siena University indi... more Different investigations performed since the 1980 by the prehistory unit of Siena University individuated numerous prehistoric evidence in the Gargano promontory. Most of them were linked to the production and distribution of flint tools during the Neolithic and Eneolithic periods. The area was extensively exploited for the extraction of high-quality flint, resulting in the creation of complex underground mine structures and significant changes to the landscape caused by the management of large amounts of rock debris, which was spread in several open fans on the hills; surfaces.By integrating different types of research approaches related to lithic analysis, settlement strategies and landscape changes, we gain a better spatial understanding of the exploitation and diffusion of lithic raw material in the Adriatic area within a broader perspective.
The paper describes some of the topographic transformations related to prehistoric mining activities derived from the management of debris, flint mining and processing taking advantage of a GIS platform. This approach integrates lithic analysis, prehistoric evidence and topographical data aiming to provide a spatial understanding of the exploitation and diffusion of flint raw material and artefacts and the making of the prehistoric flint mining landscape.
International Meeting Continuities and Discontinuities of the Fossil Record, Apr 2024
A área da península de Gargano (Apúlia, Itália) tem sido afetada desde o início do período Neolít... more A área da península de Gargano (Apúlia, Itália) tem sido afetada desde o início do período Neolítico por uma intensa atividade mineira que se traduziu na construção de vastas estruturas hipogeus para garantir o fornecimento de sílex de excelente qualidade. O circuito de distribuição da matéria-prima extraída é vasto, abrangendo o sul da península italiana e o Mar Adriático. A manutenção deste sistema de produção e de troca só pode ser conseguida através de uma económica específica das comunidades neolíticas. Resume-se em termos de continuidade e descontinuidade do processo neolítico no udeste da península itálica, do ponto de vista da economia das matérias-primas e do fenómeno da extração do sílex.
Multi-scale approach for the reconstruction of past urban environment. From Remote Sensing to close range analysis: The case of Dionysias (Fayyum, Egypt)
Traditional researches in the study of ancient cities give particular emphasis to understand cons... more Traditional researches in the study of ancient cities give particular emphasis to understand construction’s processes of past built environment and their development through the time and at the same time to the study of infra-structural capacity and ability to adapt to dynamic urban process. Current approaches give evidence to the organisation and perception of space, in particular within small areas or fractions of ancient cities.
Inside the “Dionysias Archaeological Project” (led by the University of Siena and directed by prof. E. Papi) we have tried to apply these concepts to an entire urban complex, giving an active role to spatial characteristics of the city itself.
The conclusions that will be shown come from the study of the urban layout and organization of the ancient settlement of Dionysias (Qasr Qarun), a Hellenistic foundation of the IIIrd/IInd century B.C. in the Fayyum region (Egypt). The lack of excavation data made it necessary to exploit the interpretation of information coming from the integration of all possible techniques and to overstress the data in order to obtain new sources of knowledge. First interpretations of the information coming from the fieldwork techniques (survey of the surface artefacts, architectural survey, study of the building techniques) together with Remote Sensing techniques (Satellite Image interpretation and geophysical prospection) and the epigraphic and papyrological sources have been stressed with spatial analysis and Space syntax methods in order to try to give new interpretative models.
The challenge of this approach have been focused on the exploitation of remotely sensed data with the application of Space Syntax analysis of the entire urban complex in a GIS environment.
The first results of the remote sensing and survey techniques gave the possibility to analyse the disposition of buildings, the geometric assessment, criteria of formality and monumentality, the material and structural aspect of the entire urban layout and of specific contexts, the identification of productive compounds and in one case their organisation. The use of spatial analysis coming from the space syntax added new perspective on the study of the entire settlement, considering the way in which built spaces function, the organisation of social and spatial interaction and at the same time leading the research in the achievement of new interpretation of the function of space.
This approach can probably be used also in further researches in this and other areas and could help to find a new systematic methodological approach for the integration of remote sensing and spatial analysis to the study of the configuration of space in ancient cities.
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Papers by Carlo Tessaro
Il presente lavoro è dedicato allo studio delle industrie litiche provenienti dalle US 125-130 di Grotta delle Mura (Bari). I livelli stratigrafici sono riferibili, come già è stato evidenziato in altre occasioni, alla seconda fase dell’Epigravettiano finale, carattere confermato sia dai dati tipologici, sia stratigrafici, sia da tre datazioni radiometriche. L’asportazione a Grotta delle Mura di una porzione del lastrone calcareo che interessava un’ampia area dello scavo archeologico (Area B) ha permesso un consistente recupero di materiali archeologici, i quali sono stati integrati nella sequenza stratigrafica epigravettiana del sito.
The study of the entire urban complex through non-invasive techniques has shown a detailed map of the ancient settlement of Dionysias, while the application of spatial analysis has given new interpretative models. The challenge of this approach has been focused on the exploitation of remotely sensed data with the application of Space Syntax analysis of the entire urban complex. The use of space syntax added new perspective to the study of the entire settlement, adding a new interpretation of the function of space and of the interactions between social and spatial elements.
I dati paleoecologici e sedimentari, seppur preliminari concordano nell'inquadrare lo strato in oggetto in un momento freddo arido. Nella macrofauna si nota il netto predominio degli Equidi mentre i sedimenti, di matrice sabbiosa, risultano essere depositati in grotta direttamente dal vento.
L'industria litica, piuttosto abbondante, è ricavata quasi esclusivamente da selce di buona qualità. La distribuzione verticale non è risultata omogenea, ma si sono notate due U.S. di particolare concentrazione,fattore che ha suggerito la presentazione dell'industria in due accorpamenti distinti. Dal punto di vista culturale l'industria è riferibile all'Epigravettiano antico sottofase a “crans”. Oltre che dalla presenza, seppur scarsa, degli strumenti tipici di questa sottofase essa è caratterizzata da un rapporto B/G in netto favore dei primi e da una bassa presenza di dorsi e troncatura. Caratteristiche imputabili, forse, alla dislocazione geografica delle grotta sono le ridotte dimensioni dello strumentario e la prevalenza all'interno dei grattatoi delle forme corte sulle lunghe. L'attribuzione culturale è suffragata anche da una datazione radiocarbonica ottenuta per una delle due unità stratigrafiche di massima concentrazione.
I giacimenti pugliesi che hanno restituito materiali riconducibili a questa fase sono Grotta Paglicci (FG), Taurisano (LE) e Riparo C delle Cpolliane (LE). Mentre con i primi sussistono forti diversità, soprattutto per quanto riguarda la consistenza di elementi a “cran”, con l'ultimo giacimento citato i punti di contatto sono numerosi.
logistical requirements of the excavation process.
partire da un’unica sequenza di immagini. Le possibilità offerte dalla Structure
from Motion sono state direttamente applicate al contesto archeologico
preistorico dell’Isolino Virginia (VA), con l’ottenimento di ottimi risultati sia per
ciò che concerne il dettaglio che l’efficacia della documentazione. È stato così
testato, e successivamente applicato come standard applicativo per il rilievo
archeologico l’innovativo aspetto tecnologico apportato dalla Computer Vision.
ical surveys carried out on the Neolithic and Cop-
per Age flint mines of the Gargano. Particularly,
the surveys have been carried out on three mining
complexes (Arciprete, Principe, Defensola A-dis-
carica B). Different techniques of investigation
have been tested, to estimate their potentiality with
reference to the specific geo-morphological context
of the Gargano mines. Specifically, Ground Pen-
etrating Radar, Earth Resistivity Tomography and
Frequency Domain Electromagnetic surveys have
been carried out. The research aims to define a
method of investigation to be able to understand
large mining areas using fast and non-destructive
analysis. In this first phase it has been possible to
verify the validity and the applicability field of
each geophysical technique. On an archaeological
plan, the most remarkable result is the discovery
that other sub-horizontal mines (Arciprete and
Principe) are almost as large as Defensola A.
Conference Presentations by Carlo Tessaro
a series of layers, ranging from the Historic period to Prehistory (Neolithic and different phases of Upper Palaeolithic: Gravettian and Epigravettian).
The recording activities of the excavation recently include the acquisition of the vault and base of the cave through three-dimensional documentation. This need had arisen with regard to the development of the intra-site GIS aimed at a contextualisation of the prehistoric paleosurfaces within the cavity.
The integration of features related to different categories of finds and layers in a three-dimensional space has been accomplished. This process allows for the identification of cluster distributions and possible functional focus. The characterisation of these areas can provide greater insight into the human activities that took place in the cave. Moreover, one goal of this integrated approach is to split up, decompose and recompose the archaeological palimpsests in a dynamic way.
In this perspective, we need to reconstruct the internal layouts of the cavity to investigate the dynamic of the hypogeal environment. Such virtual reconstruction, obtained through photogrammetry, allows us to explore the morphological characteristics that set the scene for the interaction between Man and cave during the Upper Palaeolithic. In this way we can set up an integrated system to analyse site formation processes, palimpsests, and Upper Palaeolithic behaviours.
The paper describes some of the topographic transformations related to prehistoric mining activities derived from the management of debris, flint mining and processing taking advantage of a GIS platform. This approach integrates lithic analysis, prehistoric evidence and topographical data aiming to provide a spatial understanding of the exploitation and diffusion of flint raw material and artefacts and the making of the prehistoric flint mining landscape.
Inside the “Dionysias Archaeological Project” (led by the University of Siena and directed by prof. E. Papi) we have tried to apply these concepts to an entire urban complex, giving an active role to spatial characteristics of the city itself.
The conclusions that will be shown come from the study of the urban layout and organization of the ancient settlement of Dionysias (Qasr Qarun), a Hellenistic foundation of the IIIrd/IInd century B.C. in the Fayyum region (Egypt). The lack of excavation data made it necessary to exploit the interpretation of information coming from the integration of all possible techniques and to overstress the data in order to obtain new sources of knowledge. First interpretations of the information coming from the fieldwork techniques (survey of the surface artefacts, architectural survey, study of the building techniques) together with Remote Sensing techniques (Satellite Image interpretation and geophysical prospection) and the epigraphic and papyrological sources have been stressed with spatial analysis and Space syntax methods in order to try to give new interpretative models.
The challenge of this approach have been focused on the exploitation of remotely sensed data with the application of Space Syntax analysis of the entire urban complex in a GIS environment.
The first results of the remote sensing and survey techniques gave the possibility to analyse the disposition of buildings, the geometric assessment, criteria of formality and monumentality, the material and structural aspect of the entire urban layout and of specific contexts, the identification of productive compounds and in one case their organisation. The use of spatial analysis coming from the space syntax added new perspective on the study of the entire settlement, considering the way in which built spaces function, the organisation of social and spatial interaction and at the same time leading the research in the achievement of new interpretation of the function of space.
This approach can probably be used also in further researches in this and other areas and could help to find a new systematic methodological approach for the integration of remote sensing and spatial analysis to the study of the configuration of space in ancient cities.
Il presente lavoro è dedicato allo studio delle industrie litiche provenienti dalle US 125-130 di Grotta delle Mura (Bari). I livelli stratigrafici sono riferibili, come già è stato evidenziato in altre occasioni, alla seconda fase dell’Epigravettiano finale, carattere confermato sia dai dati tipologici, sia stratigrafici, sia da tre datazioni radiometriche. L’asportazione a Grotta delle Mura di una porzione del lastrone calcareo che interessava un’ampia area dello scavo archeologico (Area B) ha permesso un consistente recupero di materiali archeologici, i quali sono stati integrati nella sequenza stratigrafica epigravettiana del sito.
The study of the entire urban complex through non-invasive techniques has shown a detailed map of the ancient settlement of Dionysias, while the application of spatial analysis has given new interpretative models. The challenge of this approach has been focused on the exploitation of remotely sensed data with the application of Space Syntax analysis of the entire urban complex. The use of space syntax added new perspective to the study of the entire settlement, adding a new interpretation of the function of space and of the interactions between social and spatial elements.
I dati paleoecologici e sedimentari, seppur preliminari concordano nell'inquadrare lo strato in oggetto in un momento freddo arido. Nella macrofauna si nota il netto predominio degli Equidi mentre i sedimenti, di matrice sabbiosa, risultano essere depositati in grotta direttamente dal vento.
L'industria litica, piuttosto abbondante, è ricavata quasi esclusivamente da selce di buona qualità. La distribuzione verticale non è risultata omogenea, ma si sono notate due U.S. di particolare concentrazione,fattore che ha suggerito la presentazione dell'industria in due accorpamenti distinti. Dal punto di vista culturale l'industria è riferibile all'Epigravettiano antico sottofase a “crans”. Oltre che dalla presenza, seppur scarsa, degli strumenti tipici di questa sottofase essa è caratterizzata da un rapporto B/G in netto favore dei primi e da una bassa presenza di dorsi e troncatura. Caratteristiche imputabili, forse, alla dislocazione geografica delle grotta sono le ridotte dimensioni dello strumentario e la prevalenza all'interno dei grattatoi delle forme corte sulle lunghe. L'attribuzione culturale è suffragata anche da una datazione radiocarbonica ottenuta per una delle due unità stratigrafiche di massima concentrazione.
I giacimenti pugliesi che hanno restituito materiali riconducibili a questa fase sono Grotta Paglicci (FG), Taurisano (LE) e Riparo C delle Cpolliane (LE). Mentre con i primi sussistono forti diversità, soprattutto per quanto riguarda la consistenza di elementi a “cran”, con l'ultimo giacimento citato i punti di contatto sono numerosi.
logistical requirements of the excavation process.
partire da un’unica sequenza di immagini. Le possibilità offerte dalla Structure
from Motion sono state direttamente applicate al contesto archeologico
preistorico dell’Isolino Virginia (VA), con l’ottenimento di ottimi risultati sia per
ciò che concerne il dettaglio che l’efficacia della documentazione. È stato così
testato, e successivamente applicato come standard applicativo per il rilievo
archeologico l’innovativo aspetto tecnologico apportato dalla Computer Vision.
ical surveys carried out on the Neolithic and Cop-
per Age flint mines of the Gargano. Particularly,
the surveys have been carried out on three mining
complexes (Arciprete, Principe, Defensola A-dis-
carica B). Different techniques of investigation
have been tested, to estimate their potentiality with
reference to the specific geo-morphological context
of the Gargano mines. Specifically, Ground Pen-
etrating Radar, Earth Resistivity Tomography and
Frequency Domain Electromagnetic surveys have
been carried out. The research aims to define a
method of investigation to be able to understand
large mining areas using fast and non-destructive
analysis. In this first phase it has been possible to
verify the validity and the applicability field of
each geophysical technique. On an archaeological
plan, the most remarkable result is the discovery
that other sub-horizontal mines (Arciprete and
Principe) are almost as large as Defensola A.
a series of layers, ranging from the Historic period to Prehistory (Neolithic and different phases of Upper Palaeolithic: Gravettian and Epigravettian).
The recording activities of the excavation recently include the acquisition of the vault and base of the cave through three-dimensional documentation. This need had arisen with regard to the development of the intra-site GIS aimed at a contextualisation of the prehistoric paleosurfaces within the cavity.
The integration of features related to different categories of finds and layers in a three-dimensional space has been accomplished. This process allows for the identification of cluster distributions and possible functional focus. The characterisation of these areas can provide greater insight into the human activities that took place in the cave. Moreover, one goal of this integrated approach is to split up, decompose and recompose the archaeological palimpsests in a dynamic way.
In this perspective, we need to reconstruct the internal layouts of the cavity to investigate the dynamic of the hypogeal environment. Such virtual reconstruction, obtained through photogrammetry, allows us to explore the morphological characteristics that set the scene for the interaction between Man and cave during the Upper Palaeolithic. In this way we can set up an integrated system to analyse site formation processes, palimpsests, and Upper Palaeolithic behaviours.
The paper describes some of the topographic transformations related to prehistoric mining activities derived from the management of debris, flint mining and processing taking advantage of a GIS platform. This approach integrates lithic analysis, prehistoric evidence and topographical data aiming to provide a spatial understanding of the exploitation and diffusion of flint raw material and artefacts and the making of the prehistoric flint mining landscape.
Inside the “Dionysias Archaeological Project” (led by the University of Siena and directed by prof. E. Papi) we have tried to apply these concepts to an entire urban complex, giving an active role to spatial characteristics of the city itself.
The conclusions that will be shown come from the study of the urban layout and organization of the ancient settlement of Dionysias (Qasr Qarun), a Hellenistic foundation of the IIIrd/IInd century B.C. in the Fayyum region (Egypt). The lack of excavation data made it necessary to exploit the interpretation of information coming from the integration of all possible techniques and to overstress the data in order to obtain new sources of knowledge. First interpretations of the information coming from the fieldwork techniques (survey of the surface artefacts, architectural survey, study of the building techniques) together with Remote Sensing techniques (Satellite Image interpretation and geophysical prospection) and the epigraphic and papyrological sources have been stressed with spatial analysis and Space syntax methods in order to try to give new interpretative models.
The challenge of this approach have been focused on the exploitation of remotely sensed data with the application of Space Syntax analysis of the entire urban complex in a GIS environment.
The first results of the remote sensing and survey techniques gave the possibility to analyse the disposition of buildings, the geometric assessment, criteria of formality and monumentality, the material and structural aspect of the entire urban layout and of specific contexts, the identification of productive compounds and in one case their organisation. The use of spatial analysis coming from the space syntax added new perspective on the study of the entire settlement, considering the way in which built spaces function, the organisation of social and spatial interaction and at the same time leading the research in the achievement of new interpretation of the function of space.
This approach can probably be used also in further researches in this and other areas and could help to find a new systematic methodological approach for the integration of remote sensing and spatial analysis to the study of the configuration of space in ancient cities.
suburban area of Monopoli (Bari). The site was first discovered in
1952 by Prof. Anelli, and since 1985 the research is led by University
of Siena. The archaeological excavation is focused on an area of 21
square meters and the stratigraphic sequence ranges from Musterian
to ancient Neolithic.
This project aim is to analyze the Mesolithic phase (layer 2),
which is included between two layers, one is related to the final
Epigravettian and the other one is connected to a final ancient
Neolithic. The Mesolithic layer is 60 cm thick, and it is rich in
lithic and palaeoenvironmental features. Malacological and faunal
analysis showed that there is a tendency to a bland and humid
climate, probably related to the Boreal phase. In the same layer
some mobiliar art findings on pebble and bones were found. The lithic
industry is of copious amount and is made up of 5000 unretouched
artifacts, 1100 retouched tools and 22 cores. The lithic technology
is typically sauveterrian, essentially structured on prismatic and
discoidal cores. The typological analyses describe a Sauveterrian
structure mixed to some Epigravettian local features. The general
composition of the lithic assemblage seems to refer to a peculiar
function of the site itself, like other Mesolithic contexts within the
Italian area.
The goal of this research, based on technological and typological
lithic analysis, intends to understand some cultural aspects which
characterized the Mesolithic period in the southern part of the penin-
sula and the relationship between the local Epigravettian context
and the Sauveterrian culture.
I dati paleoecologici e sedimentari, seppur preliminari concordano nell'inquadrare lo strato in oggetto in un momento freddo arido. Nella macrofauna si nota il netto predominio degli Equidi mentre i sedimenti, di matrice sabbiosa, risultano essere depositati in grotta direttamente dal vento.
L'industria litica, piuttosto abbondante, è ricavata quasi esclusivamente da selce di buona qualità. La distribuzione verticale non è risultata omogenea, ma si sono notate due U.S. di particolare concentrazione,fattore che ha suggerito la presentazione dell'industria in due accorpamenti distinti. Dal punto di vista culturale l'industria è riferibile all'Epigravettiano antico sottofase a “crans”. Oltre che dalla presenza, seppur scarsa, degli strumenti tipici di questa sottofase essa è caratterizzata da un rapporto B/G in netto favore dei primi e da una bassa presenza di dorsi e troncatura. Caratteristiche imputabili, forse, alla dislocazione geografica delle grotta sono le ridotte dimensioni dello strumentario e la prevalenza all'interno dei grattatoi delle forme corte sulle lunghe. L'attribuzione culturale è suffragata anche da una datazione radiocarbonica ottenuta per una delle due unità stratigrafiche di massima concentrazione.
I giacimenti pugliesi che hanno restituito materiali riconducibili a questa fase sono Grotta Paglicci (FG), Taurisano (LE) e Riparo C delle Cpolliane (LE). Mentre con i primi sussistono forti diversità, soprattutto per quanto riguarda la consistenza di elementi a “cran”, con l'ultimo giacimento citato i punti di contatto sono numerosi.
Questo studio preliminare segue un approccio integrato alla ricostruzione del paleoambiente, combinando analisi geomorfologiche, indagini di campo e modellazione spaziale. Attraverso l'analisi di dati pregressi provenienti da collezioni di manufatti di superficie, si mira a ricostruire il potenziale archeologico dell'area, sebbene parzialmente compromesso, e a svelare un paesaggio preistorico fino ad ora non conosciuto. La modellazione paleogeografica basata su GIS si è rivelata uno strumento chiave per individuare caratteristiche residuali oscurate dalla trasformazione degli assetti insediativi degli ultimi cinquant’anni. I risultati preliminari evidenziano il profondo impatto delle attività antropiche sulla conservazione del paesaggio preistorico, con conseguenze significative per la comprensione dei modelli insediativi regionali e delle strategie di sfruttamento delle risorse. Questo contributo dimostra come l'integrazione di dati batimetrici e geomorfologici nei sistemi GIS consenta la creazione di scenari diacronici per la ricostruzione delle dinamiche costiere in relazione alla frequentazione del territorio da parte delle comunità paleolitiche.
La revisione dei materiali archeologici raccolti, prevalentemente negli ultimi decenni del XX secolo, permette di acquisire nuove informazioni sulle diverse fasi di occupazione e utilizzo dell'area durante il Paleolitico. L’integrazione dei dati all’interno del GIS fornisce una sintesi su come il patrimonio pleistocenico della Bassa Valle del Cecina possa essere rivalutato e integrato in quadri di popolamento dell’area tirrenica, affrontando al contempo l'impatto critico rappresentato dall’urbanizzazione e dallo sviluppo infrastrutturale.
The research adopts a multidisciplinary methodological approach to reconstruct spatial distributions and settlement patterns within these landscapes. By analysing overlapping cultural horizons in Quaternary terraces, it explores how environmental and cultural factors shaped human activity in these marginal zones. Historically perceived as peripheral or underutilised, these areas emerge as dynamic spaces rich in resources and integral to prehistoric mobility and subsistence strategies. Evidence from these marginal landscapes demonstrates their function as resource-rich areas that played a pivotal role in prehistoric strategies for survival and adaptation.
The archaeological record provides initial insights that may inform broader discussions on human interactions with marginal landscapes and their role in shaping prehistoric settlement dynamics.